Hernan Cortes e altri fatti sconosciuti sul Canale di Panama

Una percezione sbagliata e manipolata del progetto del Canale di Panama ci fa associarlo soltanto all’Imperialismo statunitense. La sua storia, infatti, ha origini più antiche. E ci porta fino alla nascita di una nuova repubblica.

Di Katia Novella Miller

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Questo reportage è stato modificalo il 1 luglio 2020. E’ stata aggiunta la parte relativa ai padri dell’indipendenza ispanoamericana, evidenziata in grigio.

REPORTAGE. Lasciando da parte tutte le questioni riguardanti le popolazioni native, le loro sofferenze e il loro contributo e concentrandoci solo sulle azioni e sui progetti dei conquistatori europei, indubbiamente il primo uomo occidentale famoso in cerca di una rotta marina imperialistica e commerciale verso l’Asia, che collegasse l’Atlantico e il Mare del Sud (come fu chiamato l’Oceano Pacifico nei primi decenni dell’invasione europea: Mar del Sur) fu Cristoforo Colombo nei viaggi che seguirono la sua prima spedizione di “scoperta”, sebbene quel vasto oceano non lo raggiunse mai. Dalle cronache e dai libri storici sappiamo che in seguito Vasco Nuñez de Balboa e i suoi uomini, seguendo una rotta per il Rio Chagres, furono i primi occidentali a bagnarsi nelle coste del Pacifico dopo aver attraversato quello che sarebbe diventato noto come l’istmo di Panama. Ma quello che pochi sanno è che nel XVI secolo persino il conquistatore dell’Estremadura Hernan Cortes – conosciuto in tutto il mondo per aver sconfitto e distrutto il sistema sociale e la cultura degli aztechi – si lanciò in quell’avventura.

Espedizione di Vasco Nuñes de Balboa. Fonte: Wikipedia.

Da allora navigatori e istituzioni spagnole proposero al re di Spagna diversi progetti per trovare una rotta e persino per costruire un canale che collegasse i due oceani tra loro. Negli anni seguenti, quell’idea di un percorso marittimo divenne uno strumento imperialistico così importante per le potenze europee, da farle combattere per il possesso di quelle terre, e questo, molto prima che i francesi nel XIX secolo iniziassero gli scavi per il canale e che, successivamente, gli Stati Uniti d’America lo completassero.

Indiscutibilmente, gli Stati Uniti non erano più brillanti di altri. Riuscirono infatti a realizzare quell’idea perché in quel momento storico potevano avvalersi delle conoscenze tecnologiche, scientifiche e geografiche e i fallimenti accumulati nei decenni e nei secoli precedenti: è così che si è sviluppata la conoscenza umana, inclusi i progressi tecnologici.

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Hernan Cortes e la giungla

Come i suoi contemporanei, Hernan Cortes (1) pensava che fosse possibile trovare un passaggio marittimo per le isole delle spezie. Non era consolante per lui sapere che esisteva già una lunga e pericolosa rotta per l’Asia: il percorso attraverso lo stretto di Magellano o Capo Horn nella Patagonia meridionale, sfruttato dai navigatori europei a partire dal 1520. Egli ascoltò quindi la sua intuizione e ossessionato dall’idea che in America Centrale ci potesse essere una rotta più breve e facile, nel 1524 mandò Cristobal de Olid come suo fidato a Hibueras, nome con cui Cristoforo Colombo chiamò Honduras per le sue baie profonde.

Ma una volta trovatosi sul luogo, convinto da altri conquistadores, De Olid decise di realizzare da solo l’impresa e così ottenere tutta la gloria per sé. E così facendo, si autocondannò. Non appena fu informato del piano di De Olid, Hernan Cortes mandò contro d lui uno dei suoi fedeli, Francisco de las Casas.

Aiutato da una tempesta, De Olid riuscì ad imprigionare de Las Casas. Ma col tempo iniziò a pensare di poter convertire il suo prigioniero in un alleato. Calcolo errato: si racconta che una sera mentre cenavano insieme, il suo ospite improvvisamente gli afferrò il capo, tirò fuori un coltello e glielo ficcò in gola.

Lontano e senza sapere cosa succedeva laggiù in Honduras, la brama e la preoccupazione di Cortes non si placavano. Convito che la distanza era di per sé una tentazione anche per de Las Casas, alla fine decise di intraprendere il viaggio. Con un piccolo esercito partì per le terre di Hibueras. E una volta raggiunto de Las Casas e dopo aver comprovato la costanza della sua fedeltà, si mise lui stesso alla ricerca di quella via navigabile. Ma la rigogliosa giungla gli impedì il passaggio, disorientandolo e disperdendo lui e il suo esercito. I suoi uomini caddero uno dopo l’altro, e nemmeno gli ostaggi nativi furono risparmiati, tra questi anche l’ultimo imperatore azteco Cuauhtémoc. Temendo una rivolta indiana, Cortes impiccò tutti i prigionieri indigeni accusandoli di tradimento. E solo alla fine, spossato dall’inutile esplorazione, tornò a Veracruz (attuale Messico) dove tutti pensavano fosse morto e altri conquistatori si stavano preparando a succedergli. Questo fu il primo tentativo nella storia europea di trovare una via navigabile che collegasse l’Atlantico e il Pacifico.

Altri tentativi spagnoli

Nel 1524, lo stesso anno in cui Cortes mandò De Olid in Honduras, Carlo I di Spagna, meglio noto come Carlo V re di Spagna, Aragona e imperatore del Sacro Romano Impero tedesco, suggerì di scavare un canale per agevolare i commerci e i viaggi in Sud America. Nel 1529 fu presentato un primo progetto ma le conoscenze tecnologiche e scientifiche dell’epoca non ne permisero la realizzazione.

In seguito, come dimostrato dallo storico britannico Hugh Thomas, un conquistatore, uomo politico e uomo d’affari spagnolo che aveva finanziato le spedizioni di Francisco Pizarro e Diego de Almagro contro gli Incas nel 1532, Gaspar de Espinosa, propose lo scavo di un canale per la creazione di un cammino alternativo verso il Perú, dove risiedeva, al Consiglio delle Indie, l’organo amministrativo più importante dell’Impero spagnolo per l’America e le Filippine. Solo la strada che andava da Panama City (di fronte al Pacifico), fino al Camino de Cruces (sulle rive del fiume Chagres, da dove le merci sarebbero arrivate su barche nell’Atlantico) divenne realtà, diventando la principale via commerciale tra l’Atantico, il Pacifico e il Sud America spagnolo fino al XIX secolo.

Più tardi, nella metà del XVI secolo, Antonio Galvão, un marinaio portoghese, evidenziò nuovamente la necessità di un canale artificiale, e l’idea di quel progetto ritornò ad essere uno dei principali interessi dell’epoca. Tutttavia nel 1590 il missionario e naturalista gesuita spagnolo José de Acosta riferì della difficoltà che comportava collegare i due oceani, sottolineando anche i pericoli che avrebbe comportato la sua realizzazione considerando l’uso strategico che le nazioni nemiche avrebbero potuto fare del canale. E fu per questa ragione che più tardi, durante il regno di Filippo III (1598-1621), anche il Consiglio delle Indie bloccò un progetto simile commissionato a costruttori olandesi. La storia riporta anche alcune occasioni in cui degli inglesi occuparono le terre nel luogo oggi noto come Panama con lo stesso propostio. Dopo questi eventi, l’idea di costruire un percorso d’acqua scomparve per alcuni decenni, fino al 19 ° secolo, quando il famoso geografo tedesco Alexander Von Humboldt riprese il progetto della costruzione di un canale per rivitalizzare e ravvivare il commercio e il flusso di persone. E fu grazie a lui che gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia ritornarono ad essere molto interessati.



Una breve e approssimativa storia del territorio del Panama

Nel periodo coloniale, Panama era la parte più settentrionale del Vicereame del Perù (Sud America spagnolo). Durante i primi decenni della colonizzazione spagnola, Portobelo, nella parte atlantica dell’istmo, era il porto principale per tutte le merci che viaggiavano dal Sud America alla Spagna e l’Europa e viceversa poiché le rotte attraverso lo stretto di Magellano e Cape Horn non erano considerate soltanto troppo lunghe e costose ma anche molto pericolose. Dopo alcuni decenni l’Istmo e il suo porto persero di importanza strategica quando Cartagena de Indias, nell’attuale Colombia, divenne un altro porto vitale del Sud America ispanico.

Vicereame del Perú nella sua interezza (verde scuro e verde chiaro). Fonte: Wikipedia.

Nel 1739 la parte settentrionale del Vicereame del Perù fu smembrata e fu istituita una nuova area amministrativa spagnola: il Vicereame di Nuova Granada. Questa nuova divisione fu considerata necessaria al fine di contrastare il crescente contrabbando francese e inglese e migliorare la protezione dell’area contro i frequenti attacchi marini effettuati da altre potenze straniere europee (principalmente Inghilterra e Olanda). La capitale del vicereame appena nato divenne Santafe de Bogota, l’attuale capitale colombiana. Nel suo territorio era incluso l’attuale stato di Panama.

Dopo l’indipendenza dalla Spagna, nel 1821 il Panama divenne parte della Repubblica della Gran Colombia che comprendeva, indicativamente, l’odierna Colombia, il Venezuela, il Panama e gran parte dell’Ecuador. Nove anni più tardi, nel 1830, e a quasi 90 anni dal primo smembramento amministrativo del Vicereame del Perù, dal Vicereame della Nuova Granada nacquero le Repubbliche dell’Ecuador, del Venezuela e della Gran Colombia, di cui faceva parte il territorio di Panama.

I padri dell’indipendenza dell’America spagnola e il canale

Qualcosa di poco noto è che i proceri dell’indipendenza ispanoamericana riconoscevano l’importanza che avrebbe avuto la realizzazione del canale di Panama e che il più importante precursore di questi movimenti, il carachegno Francisco de Miranda, che aveva ideato l’unione dell’America spagnola in una Federazione Inca, arrivò al punto di offrire la costruzione del canale e un controllo condiviso del medesimo agli inglesi, storicamente considerati i più acerrimi nemici del mondo ispanico.

”Il 27 marzo 1790 Miranda presenta al primo ministro inglese William Pitt, il suo primo ”Piano per la formazione, organizzazione e stabilimento di un governo libero e indipendente nell’America meridionale”. In cambio dell’appoggio finanziario e militare, Miranda offre all’Inghilterra vantaggiose preferenze commerciali, la partecipazione nello sfruttamento delle ricchezze americane e la possiblità di costruire un canale di navigazione nell’Istmo di Panama”, racconta la storica e filosofessa Carmen L. Bohórquez.

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”Tutte le grandi potenze pensarono di costruire un canale attraverso l’istmo panamense, così come l’aveva pianificato Humboldt. I libertadores Simón Bolivar e Francisco de Miranda offrirono agli inglesi diritti sul canale in cambio di armi e appoggio contro gli spagnoli nella lotta independentista poiché consideravano alla Gran Bretagna la loro alleata naturale contra la Spagna. Nel 1797 Miranda presentò nel Patto di Parigi l’idea di aprire un canale attraverso il Panama o il Nicaragua, ”la comunicazione veloce e facile dell’oceano Atlantico e il Mare del Sud, sarà per l’Inghilterra di grande interesse”, documenta Patricia Galeana nel suo libro El Tratado Mc Lane Ocampo, la comunicaicón intereoceánica y el libre comercio. Successivamente, racconta la storica, ”Colombia mandò un inviato a Londra con l’obiettivo di ottenere un prestito e coinvolgere nel progetto capitalisti britannici”.

La corsa della Francia, Inghilterra e Stati Uniti per il Canale di Panama

Per la sua importanza stategica e per il fatto di essere l’istmo più stretto del continente americano, si presume che Nuova Granada iniziò a ricevere già nel secondo decennio del XIX secolo varie proposte per la realizzazione del canale di Panama. Tuttavia tutte le proposte furono rifiutate poiché Bogota riteneva opportuno che il canale andasse costruito con le proprie risorse e amministrato localmente.

A quel punto la Spagna era praticamente fuori dai giochi. I nuovi paesi ispanico-americani nati con l’indipendenza e le sue élite erano in tumulto e immerse in conflitti tra loro stessi. Le nuove repubbliche erano militarmente e finanziariamente deboli e alcune erano già sotto l’orbita degli imperi anglosassone e francese. Mentre l’élite brasiliana (che era stata parte dell’impero portoghese), poco interessata a quanto accadeva negli stati vicini, era già profondamente coinvolta con il Regno Unito dall’inizio del secolo. Quindi c’era sufficiente spazio di manovra per le nuove potenze.

Nel 1846 fu firmato il Trattato Mallarino-Bidlack tra la Repubblica di Nuova Granada e gli Stati Uniti d’America. In sintesi, la clausola fondamentale stabiliva che “i cittadini, le navi e le merci statunitensi avrebbero goduto nei porti neogranadini, compresi quelli dell’istmo di Panama, di tutti i franchising, privilegi e immunità in materia di commercio e navigazione. E che questa uguaglianza di favori sarebbe stata estesa ai passeggeri statunitensi, alla corrispondenza e alle merci dirette al paese nordamericano che transitavano attraverso suddetto territorio ”. Inoltre il trattato assegnava all’ex colonia britannica il diritto di costruire un canale nella zona. Ma Londra – da secoli interessata a impossessarsi dei territorio dell’impero spagnolo – non era d’accordo con i privilegi dati all’elite della sua ex colonia.

Negli stessi anni l’Inghilterra invase territori nell’attuale Panama, Nicaragua e Honduras. Per l’élite degli Stati Uniti queste occupazioni costituivano una barriera alla loro dottrina Monroe del 1823 – “America per gli americani” – e alla loro ideologia del 1845 del Destino Manifesto – la convinzione secondo cui “gli Stati Uniti erano stati scelti da Dio per espandere il Suo dominio” estendendo così il suo capitalismo e la sua ‘democrazia’ sul continente americano. La barriera fu demolita cinque anni dopo con il Trattato di Clayton-Bulwer firmato tra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Secondo questo accordo nessuno dei due alleati avrebbe mantenuto per sé il predominio esclusivo sul canale ma entrambi lo avrebbero protetto. Visto da molti come un atto di rispetto nei confronti dei paesi dell’America Latina, in realtà fu solo un accordo di condivisione del potere sull’area.

Tuttavia alla fine il progetto anglosassone non fu realizzato e la costruzione del canale finì nelle mani dei francesi.

Fernand de Lesseps, dopo una lunga carriera come diplomatico francese e in seguito al suo successo nella costruzione del Canale di Suez nel 1869 (inizialmente un progetto veneziano, sembra), fu nominato dalla Société de Géographie di Parigi come presidente della società del Canale di Panama nel 1879. Ma de Lesseps non prese in considerazione i fattori differenziali geografici e il progettò inevitabilmente fallì. Lesseps proiettò un canale sul livello del mare, senza considerare la differenza tra i livelli dei due oceani, e non prese in considerazione le condizioni ambientali del territorio panamense davanti alle quali si sarebbero trovati i lavoratori : una giungla e non un deserto.

Con il passare degli anni e gli insuccessi dei lavori in corso, la società francese diventò un enorme scandalo e nel 1889 dichiarò bancarotta facendo fallire diverse persone in Francia. Come molti altri importanti ricchi uomini d’affari francesi coinvolti nel progetto, Lesseps volò negli Stati Uniti per cercare fondi e proventi. In quel periodo Panama faceva ancora parte della Repubblica di Nuova Granada.

La Proclamazione di Indipendenza del Panama

All’inizio gli Stati Uniti erano interessati a costruire il canale in Nicaragua, ma sotto la pressione della lobby francese, nel 1899 fu istituita una commissione per determinare quale paese fosse migliore, se il Nicaragua o il Panama. Tuttavia nel 1901 il segretario di Stato americano John Hay fece pressione sul governo nicaraguense affinchè il progetto fosse approvato: l’élite nicaraguense avrebbe ricevuto $ 1,5 milioni in ratifica, $ 100.000 all’anno e gli Stati Uniti avrebbero “garantito la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale” del paese centroamericano. Ma l’élite del Nicaragua non era soddisfatta dell’offerta e chiese invece $ 6 milioni di ratifiche. Il progetto non andò avanti poiché fu bloccato da una decisione di un tribunale statunitense e dalla fondamentale infuenza dei francesi. Il canale di Nicaragua fu dimenticato. E nel 1901 gli Stati Uniti e l’Inghilterra firmarono il trattato Hay-Pauncefote con il quale entrambi i paesi non riconoscevano la sovranità colombiana sull’istmo di Panama, dandogli lo status di “area di importanza internazionale”.

Vignetta statunitense del 1903: “Vai via piccolo uomo, non mi infastidere”, rappresenta al presidente Theodore Roosevelt minacciando la Colombia. Fonte: Wikipedia.

Il trattato Hay-Paunceforte annullò il concordato di Clyton-Bulwer del 1850 (che disponeva un’autorità condivisa sul canale da parte delle due nazioni anglosassoni) e diede agli Stati Uniti il diritto di costruire e controllare il canale. In questo modo la Colombia fu costretta a cedere e nel 1903 fu raggiunto un accordo con il governo di Bogotà. Il trattato Hay-Herrán fu firmato dai governi dei due stati americani, ma il Senato colombiano lo respinse preoccupato della sua sovranità territoriale. Il rifiuto provocò uno scandalo mondiale tra le nazioni governate da élite imperialiste: che oltraggio accettare che la Colombia decidesse del proprio territorio!

Altra vignetta statunitense del 1903. Il francese De Lesseps a sinistra e Theodore Roosvelt. Fonte: Wikipedia.

Dopo un simile rifiuto, il governo di Washington rafforzò immediatamente il suo appoggio economico e militare all’indipendenza di Panama sostenuto da un’elite panamense assetata di potere e da una piccola parte della popolazione locale e il 3 novembre 1903 Panama divenne una nuova repubblica, ricevendo $ 10 milioni dagli Stati Uniti. Non ci fu versamento di sangue. Il presidente degli Stati Uniti, Theodore Roosvelt, mise in atto la sua famosa politica del Big Stick inviando la Marina statunitense al largo della Colombia mentre un blocco anglo-tedesco era stazionato davanti alle coste di Caracas (capitale venezuelana).

Oltre ai 10 milioni di dollari, il nuovo governo di Panama ottenne per il canale un pagamento annuale di appena $ 250.000 e tutte le garanzie per il mantenimento dell’indipendenza del paese, mentre gli Stati Uniti ebbero diritti ‘a vita’ sulla striscia del canale. Come prevedibile, il 6 novembre il governo di Roosvelt fu il primo a riconoscere formalmente la neonata repubblica seguito il giorno dopo dalla Francia. Altri 15 paesi d’Europa, America e Asia fecero lo stesso prima della fine di quel mese.

A quel punto l’affare era stato fatto. Gli Stati Uniti pagarono 40.000.000 dollari ai francesi per treni, macchinari, scavi che avevano realizzato e per i diritti che avevano ottenuto durante i loro lavori per la realizzazione del canale, un importo enorme rispetto a quello che avevano offerto al Nicaragua (1,5 milioni inizialmente) o al Panama (10 milioni). Su questo specifico punto vale la pena notare che l’autore francese Gabriel J. Loizillon nel suo libro Philippe Bunau-Varilla L’Homme du Panama afferma che il progetto utilizzato dagli Stati Uniti per la costruzione del canale apparteneva a Philippe Bunau-Varilla. Inizialmente un subappaltatore di De Lesseps, Bunau-Varilla aveva anche investito molto nella seconda società francese ed era uno dei principali lobbisti francesi che lavoravano negli Stati Uniti. Si dice che addirittura prima della nascita della repubblica di Panama avesse già redatto la nuova costituzione, disegnato la nuova bandiera, l’organizzazione militare dell’istmo, e che avesse promesso di fare galleggiare l’intero governo locale sul proprio libretto di assegni.

Il canale di Panama in costruzione, foto del 1907. Fonte: Wikipedia.

Il canale di Panama fu inaugurato nel 1914. Si calcola che i lavoratori morti sarebbero ammontati a 20.000 sotto i francesi e la stessa quantità di uomini sarebbero deceduti sotto gli Stati Uniti: vittime ‘sacrificabili’ provenienti principalmente dalle Antille francesi, sotto i freancesi, e poi, durante la costruzione statunitense, principalmente dalle Antille anglofone: qundi primariamente neri e mulati, gli schiavi ‘di sempre’. La sua costruzione distrusse inoltre la vita di migliaia di persone che vivevano nella zona del canale che furono espropriate. E distrusse anche l’ecosistema locale.

Gli Stati Uniti guadagnarono miliardi grazie al canale in cambio di un affitto annuale di 250.000 dollari. I primi e principali beneficiari furono le società statunitensi e i loro magnati del petrolio come Standard Oil di Rockefeller (in seguito diventato Exon, Exxon, Esso, Mobil…) e il banchiere Pierpont Morgan (J.P. Morgan & Co., Federal Steel Company, Chase Bank). Morgan fu anche nominato nel 1903 come agente fiscale per la nuova Repubblica indipendente di Panama, ruolo che svolse attraverso istituzioni finanziarie statunitensi e francesi. Non è cambiato molto da allora. Dopo essere tornato alla sovranità panamense nel 1999, il canale continua ad orbitare principalmente intorno ai paesi dell’Impero. Gli Stati Uniti continuano ad essere il principale usuario e beneficiario, seguito dalla Cina (il più grande partner commerciale degli Stati Uniti), il Cile, il Giappone e la Corea del Sud.

Ma con la scusa degli affari sono affari, l’età d’oro del canale di Panama potrebbe essere vicina alla sua fine. Il Passaggio del North-West (nord-ovest) nel Canada settentrionale potrebbe diventare una via navigabile più economica e più veloce tra il Pacifico e l’Atlantico a causa del riscaldamento climatico. Questo comporterebbe una grande perdita, anche se non una vera tragedia, per la corrotta élite panamense. Se il distruttivo ed egoista sistema mondiale capitalistico non cade, la struttura di paradiso fiscale bancario (2) del paese sarà più che sufficiente a mantenere nella ricchezza le classi dominanti panamensi: una ricchezza dalla quale è escluso circa il 37% della popolazione, 4 ogni 10 persone nel paese.

Indiscutibilmente, la storia del canale di Panama non ci mostra soltanto la sua funzione imperialistica, il suo carattere corrotto e tutte le ingiustificabli ‘sacrificabili’ morti che ha prodotto in nome dell’amore del potere, l’avidità e il denaro. Ma anche che il progetto, da quel che sappiamo, ha le sue origini nel lontano 1513. Infatti, la costruzione del canale è stato possibile grazie alle idee e conoscenze accumulate nel corso del tempo. I viaggi di Colombo, la spedizione di Balboa (1513), il sapere delle guide native americane, la costruzione da parte degli spagnoli della rotta commerciale settentrionale del Vicereame del Peru attraverso il Rio Chagres, i fallimenti del francese De Lesseps… Qui menziono soltanto alcuni dei contributi poiché l’elenco sarebbe ampiamente più lungo e abbraccerebbe perfino culture oggi scomparse. E’ ciò è valido non unicamente per il canale di Panama, ma per tutta la conoscenza umana e ogni sua ‘conquista’ tecnica, scientifica e perfino sociale. Soltanto la corruzione del sistema in cui viviamo ci può far credere il contrario, ma in realtà le idee, le innovazioni, le ‘conquiste’ tecnico-scientifiche non appartengono a una persona, a una cultura o a una nazione ma sono il risultato di un lento e lungo processo privo di frontiere.

Note:

(1) Si crede che Hernan Cortes fosse un castigliano senza istruzione, ma non è così. Era un aristocratico povero e secondo quanto dicono gli storici, un uomo ‘colto’. Pare che abbia perfino studiato all’Università di Salamanca.

(2) Panama rappresenta un’importante ma soltanto una piccola parte della struttura mondiale dei paradisi fiscali. La maggior parte dei paradisi fiscali e di riciclaggio di denaro per i ricchi e criminali sono sotto il controllo di Londra, nelle giurisdizioni extraterritoriali britanniche.

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Immagine di copertina di Diana Balderrama.

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